on questi tre Alleluja, provo di nuovo a musicare i testi dei salmi ma questa volta sul testo latino della vulgata. Ho scelto i testi in maniera del tutto pretestuosa, solo suggestionato dai
riferimenti alla musica strumentale e dal rapporto che che io improvvisatore, avrei potuto intessere con la parola cantata.
Penso che ci sia un debito non ancora completamente estinto che la musica sacra deve alla musica strumentale. Alle radici della nostra cultura classica, il canto corale religioso, in Grecia era
sovente accompagnato dagli auleti che suonando l'aulos, strumento consacrato a Dioniso, dio del corpo, della passione, della danza guidavano e completavano il phatos del canto.
Poi con la romanità, gli strumenti, specie quelli a fiato perdettero la loro connotazione mistica e religiosa, per divenire strumenti militari per il divertimento e per "l'arte" della guerra;
sovente l'hydraulos (che poi diverrà nel tardo medioevo lo strumento preferito dalla chiesa) commentava i combattimenti dei gladiatori nei circhi o nelle arene dove i primi cristiani venivano
martoriati e trucidati. Era logico che con l'affermazione del cristianesimo la musica strumentale fosse considerata profana, non spirituale, e con l'avvento del monachesimo e delle schole
cantorum, fosse bandita dall'educazione musicale e che i vari DeMusica, da Sant'Agostino e Boezio la relegassero a divertimento per scimmie ammaestrate. Ma gli strumenti a fiato lentamente
rientrarono ufficiosamente, dapprima attravarso il supporto all'apprendimento del canto e della teoria, e poi sempre piú prepotentemente con l'introduzione degli organi nell'autunno del medioevo
(i due organisti non-vedenti, Landini e Paumann) tanto da apparire nell'iconografia delle feste religiose medievali dapprima sotto spoglie di angeli musicanti, ma poi anche di clerici, e poi
verso meta del '400 di civili, tanto da spingere Il Papa Sisto IV a togliere la scomunica di cui godevano tutti gli strumentisti con la bolla Licet ex debito nel 1480. Da allora
dopo qualche resistenza della Scuola Romana e del Concilio di Trento, dalla Scuola veneziana si irradiò il gusto della musica strumentale tanto da partorire dialoghi con le voci, stili
concertati, nei coloriti stili severi del contrappunto canonico che poi saranno costantemente citati dallo stile classico e sinfonico romantico come tratto distintivo della retorica dei pezzi
sacri e delle messe.
Mia intenzione è quella di riportare il simbolico auleta a fianco del coro come nelle scuole dove si sviluppò la lirica corale greca. A lungo l'aulos venne confuso con il flauto, fino a che
l'archeologia non stabilì che era uno strumento ad ancia doppia, sarà per questo che i flautisti barocchi erano spesso anche oboisti? O i saxofonisti di jazz a volte, si cimentano al flauto e al
clarinetto?
I testi della Vulgata vanno dalla preghiera del mattino al Laudate Dominum al Alleluja del 150; ho scelto questa versione perché volevo riallacciarmi a quel periodo del medioevo così creativo che
vide il nascere dei tropi, delle sequenze e delle grandiose architetture degli organa, grandi fusioni di sacro e profano, tecnica e improvvisazione, scoperta di ciò che cum sòna nella prospettiva
verticale e orizzontale.
Ho scelto l'alleluja salmo n.5 per la sua indicazione "Sui Flauti, di Davide"
per il suo testo doloroso di preghiera, di richiesta, dal phathos e sentimento scuro, con un tono diretto di dialogo con Dio. Lo strumento, il flauto contralto, si pone in un dialogo con le
quattro voci femminili che lo incalzano con toni salmodici incrociando qualche madrigalismo fino a congiungersi su un cammino comune Il materiale melodico è interamente tratto dal graduale
triplex.
Il secondo il salmo 116 non è propriamente un Alleluia anche se anticipa il 150 nella lode di tutte le genti, vi ho interposto l'Alleluja a mo' di minima tropatura per farne un corale. Tranne le
intonazioni salmodiche tutto il materiale è di libera invenzione; uno strumento (preferirei un sax soprano) potrà interagire nelle cadenze (che saranno separate da lunghe pause) e nel corso del
brano. I toni di salmodia potranno essere cantati liberamente.
Nell'ultimo Salmo, un invito a celebrare Dio con gli strumenti musicali, il testo ebraico parla di tromba (Hacocereth), Liuto (Nebel), arpa (Kinnor),tamburo (Tof) e la danza, strumenti a corda
(Minnim) o Flauto (Halil)i piatti sonori (Selslim),i piatti risuonanti (Trud Selslim). Ho previsto una parte strumentale che cerca di dare un suono, agli strumenti menzionati. Si potrebbe anche
eseguire con un gruppo o con un solo musicista che li suona tutti.Ho utilizzato in maniera palese la responsorialità, congiungendomi col patrimonio dell'Arte Africana in cui spirito e corpo sono
nell'unico gesto. Nei libro dei salmi è presente la danza che congiunge il corpo con lo spirito. Ecco, è questo tipo di debito di cui parlavo all'inizio perché penso che lo strumento a fiato
essendo azionato dal soffio (ruha in ebraico, pneuma in greco, prana in sanscrito, spiritus in latino il soffio vitale da cui viene l'eterno movimento, può indicarci quell'equilibrio, a lungo
negato, nel caos della storia e dell'esistente.Questo lavoro è dedicato a Franco Radicchia, amico e grande musicista ricercatore e studioso della musica sacra antica e alle meravigliose voci del
suo Gruppo l'Armonioso Incanto.
Marco Agostinelli(2014)
Partitura e audio